giovedì 27 gennaio 2022

Il sonno della ragione genera incubi. Di Vincenzo Maria D'Ascanio


 Nella mia "home" leggo frasi che non posso condividere, per altro scritte da persone con cui, il più delle volte, trovo corrispondenze in ogni singolo pensiero. Purtroppo queste divergenze accadono su un qualcosa, su cui tutti dovremmo trovarci d'accordo... senza "se" e senza "ma." Ciò accade puntualmente ogni 27 Gennaio, durante la "Giornata della Memoria."

 

Non che non condannino l’olocausto, per carità, ma la loro condanna è accompagnata da un ponte con quanto avviene tra israeliani e palestinesi. In breve, si afferma che oggi gli ebrei (non Israele) sono diventati i nuovi "nazisti," mentre i palestinesi sono i nuovi perseguitati, i nuovi deportati, il nuovo capro espiatorio da sacrificare alla bestialità umana.

 

Anch'io credo che la destra israeliana attualmente al governo, stia conducendo un politica che prevarica i sacrosanti diritti del popolo palestinese. Non solo, sono sicuro che proprio questa politica metta in pericolo quel popolo che vorrebbe proteggere coi mezzi più odiosi e infamanti, spesso includendo nelle loro operazioni militari i civili palestinesi che hanno l’unico torto di chiedere terra e acqua.  

 

Tuttavia di questo, oggi, non intendo parlare, altrimenti cadrei nello stesso malinteso, contaminando il "senso" di questo giorno: ovvero ricordare cosa può fare l'uomo quando vengono meno ragione e ogni senso di civiltà, e la nostra ferocia viene liberata senza più argini o freni. Ricordare cosa possiamo fare quando rifiutiamo ogni legge morale, credendo di essere al centro di un ipotetico disegno divino dove, per altro, le divinità di riferimento diventiamo noi stessi, con la possibilità di stabilire arbitrariamente cosa sia giusto e sbagliato, e individuando così le vittime sacrificabili per la buona riuscita del "nostro" progetto universale.

 


Attualmente in Italia assistiamo a un forte rigurgito antisemita. Scritte sulle porte dei nostri connazionali ebrei, profanazione delle loro tombe, aggressioni nelle strade e nelle piazze. In altri Stati europei e non, ricompaiono forme di discriminazione o vera e propria persecuzione, nei confronti di persone che arrivano da altri continenti. Questi sono additati come preventivi responsabili della disoccupazione, della criminalità o addirittura del tentativo di sottrarci il nostro "sacro territorio." Perché nei tempi bui, l'insediamento nelle masse delle paure da parte di arruffapopoli di ogni sorta, trova sempre il suo potente richiamo.

 

Mai come oggi è importante guardare alla giornata della memoria anche per tutti coloro che morirono in quei campi come oppositori politici, oppure perché disabili, omosessuali, zingari, testimoni di Geova. Perché quanto accaduto nei campi di concentramento nazisti, non riguardò solo gli ebrei ma la civiltà intera. I campi di concentramento ci furono per un motivo: l’idea che un popolo sia naturalmente o divinamente superiore agli altri, e partendo da questo presupposto possa compiere qualsiasi bestialità per difendere la sua "purezza." Un presupposto, un principio, un’idea che possiamo trovare in ogni popolo della terra, anche nel nostro, soprattutto in quelle anacronistiche minoranze che cercano in un arcano passato i motivi della loro mitizzazione.

 

Lo ha fatto una parte del popolo tedesco, cercando nella mitizzazione nordica le origini della loro purezza razziale. Lo abbiamo fatto noi italiani, riproponendo vessilli e icone romane per giustificare la nostra volontà di opprimere altri popoli. Lo fanno oggi anche gli ebrei, una parte di ebrei, che trovano nel vecchio testamento le ragioni per giustificare "il popolo eletto."  A questo deve servire la Giornata della Memoria, ovvero a respingere con forza l’idea che un popolo possa essere superiore agli altri, che una civiltà possa essere superiore alle altre, o che la superiorità derivi dalla religione. Perché se noi giustifichiamo la superiorità verso inesistenti "altri," potremmo trovarci a discutere della superiorità di alcuni nei nostri confronti. Per questo ricordiamoci di respingere senza discussioni queste idee, riconoscendo l’esistenza di una sola razza umana, che lotta per il progresso e il benessere di un solo popolo mondiale e di una sola razza, quella umana.


Vincenzo Maria D'Ascanio

 


Nessun commento:

Posta un commento

Quando la giornata promette bene. Di Vincenzo Maria D'Ascanio.

  Stamattina, come accade ogni domenica mattina in cui mi trovo a Cagliari, sono andato alla stazione per la colazione. È una mia vecchia ab...