lunedì 24 gennaio 2022

Maldicenze, malelingue e tutto il resto. Di Vincenzo Maria D'Ascanio


 Sulla mia home compaiono post da incubo, dove ragazze/i si lamentano delle popolari "malelingue", come se si fossero svegliate accanto ad un mostro a sei teste. Commenti sprezzanti verso ipotetici nemici, spesso appartenenti a menti un tantino vanitose. Talvolta sono ragazze/i di vari paesini o veri e propri cittadini, in passato insofferenti ad assumere atteggiamenti fuori dalle convenzioni, come vestirsi in modo originale, scrivere articoli o versi infuocati, assumere atteggiamenti apertamente libertini, ecc... Persone che ho sempre visto barricate negli angoli dei bar, talvolta a parlare, o sparlare, tanto che mi si son posto la domanda: "Ma chi siete?" Del resto, queste sfuriate arrivano da ogni dove, quindi le loro lamentele non so quanto siano, o meno, frutto di latenti patologie mentali non riconosciute dal servizio sanitario nazionale.

 

Detto questo, è giusto che ognuno difenda il proprio decoro, ma vada a risolvere la questione, nel modo più pacifico, direttamente con gli interessati. Che serve dunque lamentarsi? Sperate forse d'intimorire qualcuno, scrivendo messaggi cifrati che presto spariranno, come qualsiasi frase scritta sulla sabbia di una spiaggia dimenticata? Ma pensateci... se davvero sono malelingue, vi staranno accordando un preziosissimo regalo. Si stanno apertamente escludendo dalla vostra vita, e quale fortuna più grande che levare la frutta marcia dal vostro canestro?

 

Voi mi direte: "Si, ma in questo modo gli altri, gli amici del paese o del quartiere si faranno una brutta idea di me!" Ed io allora vi rispondo con la stessa fermezza di un controllore del CTM, mentre multa il più tormentato degli studenti universitari: "Forse i vostri veri amici, non vi conoscono da sapere chi siete? E forse chi non vi conosce, e che prenderà per oro colato ciò che gli si dice, non sarà meglio mai conoscerlo? Chi avrà un giudizio sulle altre persone basato sulle maldicenze, non potrà essere paragonato a un qualsiasi cinghiale dei nostri boschi?" Chi si farà un giudizio sulle altrui persone, basandosi sulle maldicenze di dubbi commensali, a mio giudizio dimostrerà di avere la stessa intelligenza di un mozzo di cambusa lobotomizzato.

 

Vi stanno donando un inatteso favore, vi stanno aiutando a liberarvi dei rapporti umani inutili, e dai possibili rapporti sentimentali con persone prive di cuore e intelletto. Se poi, queste persone vi causano un danno economico, trascinatele in tribunale, e citatele per danni materiali, morali ed esistenziali, naturalmente accertandovi che la persona che vi riferisce certe dicerie, sia poi pronta a ripeterle dinanzi allo sguardo inquisitore del Giudice... Se alla vostra richiesta egli si rifiuterà, preparatevi a tenerla sotto controllo: talvolta sono soggetti che innaffiano l'insana pianta della zizzania! Non date mai per oro colato quello che vi si dice, senza averlo prima accertato di persona. Non ci vuole molto, spesso è sufficiente guardare il prossimo negli occhi. Se hanno la coscienza sporca, abbasseranno lo sguardo come Giuda dinanzi agli occhi di Gesù, dopo il famoso e dannato bacio.

 

Un'ultima cosa. Boston George diceva: "Fino a quando ti preoccuperai del giudizio degli altri, apparterrai sempre più a loro e sempre meno a te stesso..." Dunque, cosa intendete fare, intendete regalare la vostra unica vita agli zotici che vi circondano? La vostra speciale, inimitabile, preziosa esistenza? Oppure volete essere liberi, dire e comportarvi come preferite, spezzando schiavitù e mentali catene?  Non omologatevi, uscite dal recinto delle paure, fate scivolare il rancore, vivete liberamente, e non come marionette. Meglio essere soli che mal accompagnati, che se sbaglierete, se non altro, saprete a chi dare la colpa... poi, e con questo chiudo, citando Alda Merini: "la miglior vendetta? La felicità. Non c'è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice." Ah, niente di più vero! Naturalmente Alda si riferiva a chi non vi vuol bene, perché chi vi ama, non potrà che godere nel vedere, nei vostri occhi, la felicità splendere nei vostri cuori! Questo che mi son permesso di dirvi sperimentatelo personalmente, perché anche il sottoscritto ha spesso predicato bene ritrovandosi poi a razzolare male! E con questo credo di aver detto tutto sull’argomento...

 

Vincenzo Maria D’Ascanio.

                   

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