mercoledì 12 gennaio 2022

"Vi spiego alcune cose." di Pablo Neruda.


 Queste poche righe sono il finale di una delle più belle (secondo me) poesie di Pablo Neruda. La scrisse dopo che il luogo in cui abitava in quel periodo (in Spagna, a Madrid) fu bombardato dalle forze aeree nazifasciste che appoggiavano il dittatore Franco che, come sappiamo, in seguito vinse la guerra civile. Le parti che si scontravano durante la guerra erano coloro che difendevano la repubblica legittimamente eletta (anche con diverse persone che arrivavano dall'estero, come le Brigate Internazionali) e coloro che, invece, volevano l'imposizione di uno dei regimi più beceri della storia. Neruda si rivolge direttamente al lettore.

 

Attraverso una finzione letteraria immagina che un fittizio ascoltatore, dopo aver letto la poesia, gli domandi: "Pablo, perché ci parli di queste cose? Dov'è finita l'impetuosità del mare e della natura, il silenzio nelle spiagge cilene, la sensualità e tutto l'ardore che sprigioni quando parli delle bellezze del pianeta? Perché non ci parli di tutto questo?

 

Allora Neruda, sempre nella finzione, si rivolge al suo immaginario interlocutore dicendogli: "Come posso scrivere della bellezza, dopo che ho visto scorrere il sangue dei bambini e di tutte le altre persone morte. In seguito, come rivolgendosi a una platea, ripete la drammatica frase "Venite a vedere il sangue per le strade," venite a vederlo e poi ditemi se avete ancora voglia di ascoltare altro, se avete voglia di sentire dei versi che parlano della bellezza."

 

Credo che, in questo caso, Neruda abbia scritto una delle più profonde poesie civili della storia della letteratura. Nei libri di storia noi possiamo leggere dei numeri, dei fatti, delle statistiche, questa è la funzione della storia. Tuttavia, scrittori, poeti, pittori e tutti gli artisti in generale, sono in grado di farci accompagnarci all'interno della storia, di farcela sentire nelle vene, di farci indignare davvero per le innumerevoli ingiustizie, perché così anche noi saremmo idealmente trasportati su quelle strade, dove potremmo vedere scorrere il sangue. dove vedremmo la distruzione, madri e padri che piangono i loro figli. A mio parere è la più importante funzione di uno scrittore, di un poeta: quella di espandere la nostra coscienza, di farci comprendere davvero...

 

"Generali

Traditori:

Guardate la mia casa morta,

Guardata la Spagna spezzata:

Però da ogni casa morta

esce metallo ardente

Invece di fiori,

Da ogni foro della Spagna

La Spagna viene fuori,

Da ogni bambino morto vien fuori un fucile con occhi,

Da ogni crimine nascono proiettili

Che un giorno troveranno il bersaglio

Del vostro cuore.

Chiederete: perché la tua poesia

Non ci parla del sogno, delle foglie,

Dei grandi vulcani del paese dove sei nato?

Venite a vedere il sangue per le strade,

Venite a vedere

Il sangue per le strade,

Venite a vedere il sangue

Per le strade!"

 

(Pablo Neruda, dalla poesia "spiego alcune cose")

 

#vincenzomariadascanio (scusate se ho cambiato l'immagine, ma la precedente poteva essere intesa in modo sbagliato, e in face book non sono di certo i fraintendimenti a mancare, essendo la comunicazione "mediata"...

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