La scorsa mattina mi è accaduto un fatto singolare. Non stavo
benissimo, avete presente quando vi alzate con un mal di testa non eccezionale,
ma sopportabile? Comunque, faccio colazione, guardo il balcone, e vedo buste
della spazzatura, troppe. Decido di farle sparire, e mi dico: "Adesso
svuoto i cestini della camera (due), quello della cucina e quello del
bagno." Sistemata la spazzatura nelle solite buste della spesa, mi accorgo
di aver terminato i sacchi neri, quelli grandi, in cui contavo di mettere i
piccoli. Non desisto, in qualche modo sistemo le buste sulla braccia, ne tengo
qualcuna con le dita. Panico: erano pesanti e maleodoranti, la ragazza che lava
le scale mi guarda ridendo (forse ride anche perché mi ha fottuto la scopa che
sta usando: "prestamela, te la porto subito", mi disse...)
Va bene, arrivo dinanzi ai cassonetti ed una busta, quella
dell'umido, si apre, io urlo "cazzo", e proprio in quel momento si
apre un'altra busta. A questo punto, tra mal di testa e confusione, do un
calcio al cassonetto, lo apro, lancio i sacchi rimasti dentro, poi, per qualche
secondo, col fiatone, resto a guardare la spazzatura caduta sulla strada. A
quel punto sento una risata, era il signore del primo piano, un barbaricino da
anni a Cagliari, ma rimasto barbaricino dentro. Ride per un po', poi la smette,
fa un tiro di sigaretta, mi guarda: "Ses tontu commenti unu piccu."
Un attimo di silenzio, dunque aggiunge: "Burriccu!" E ricomincia a
ridere.
Tempi or sono, gli avrei lanciato una bottiglia sulla finestra.
Oggi no, alla fine, mi metto a ridere anch'io (del resto, alle riunioni di
condominio ha sostenuto le mie tesi più assurde, e da anni mi ha in simpatia,
non so perché.) Comunque sistemo tutto, lo saluto, ascolto le sue lamentele
sulle piste ciclabili, gli do ampiamente ragione (quando un argomento non
m'interessa, oppure non ho voglia di parlare, do ragione a tutti... tutti
quanti, anche ai vaneggiamenti più sconcertanti). Tuttavia il signore mi ha
messo la pulce nell'orecchio: "E se fossi scemo davvero? Un somaro, un
idiota, ottuso, unu bestiolu fattu e lassau... Chi accidenti mi ha convinto
della mia intelligenza? ("È intelligente ma non si applica, dicevano le
maestre, forse tutto è cominciato così"). Il dubbio mi rode per tutta la
giornata, rivedo il libro del momento e correggo solo punti e virgole, entro in
uno stato di semi panico... poi mi tranquillizzo, insomma, è scontato che il
90, 95% delle persone si considerino dotate d'intelletto.
Le frasi di un anziano mi hanno catapultato nel 5%, a quel punto è
arrivata la conferma: sono più intelligente della media o, per meglio dire, non
appartengo a nessuna media, non sono posizionabile. Non chiedetemi il
ragionamento che ho fatto, ma in sintesi è questo: quando metti in discussione,
anche l'elemento in cui hai avuto più certezza in tutta la tua vita (tanto da
sfiorare soglie di spudorata arroganza), sei libero da ogni punto fermo, e la
tua mente spezza le catene mentali che la rinchiudono, distruggi le barriere
dell'ottusità', e sei pronto ad arrivare "ove il cor per poco non si spaura".
Insomma, per dirla con Leopardi, ho guardato oltre la siepe, e voglio
continuare a guardare, pur correndo il rischio di restare invischiato nella
totale incomunicabilità.
Oggi come oggi non so cosa sia l’intelligenza, non so se lo sono.
Tuttavia sono molto curioso, voglio sapere anche le cose più strane. Mi perdo
nel chiedermi come funziona la stufa, leggo libri sul medioevo più oscuro
scritto da qualche pazzo, sto imparando a conoscere i nomi delle campagne
intorno al mio paese attualmente sto imparando a usare la chitarra e quando qualcuno
mi chiede perché voglio imparare a farlo, o qualche mio parente mi ricorderà
che di certo abbandonerò a metà percorso (come spesso mi è capitato nella vita)
farò finta di nulla.
Non conta essere intelligenti, credo sia più importante essere
curiosi. Su questo punto credo di aver detto tutto, e non aggiungerò altro.
Nessun commento:
Posta un commento